Tornato dalla Ruta de los vinos. Che dire? Non so, sono in difficoltà. Sì, perchè riuscire a descrivere questi tre giorni mi risulta assai complesso visto l'esagerato divertimento, l'eccessiva gradazione alcolica e la stanchezza perdurante che non accenna a fare le valigie. Però che figata...
Cinquantasette (credo) persone in giro per la valle del Duero a bere vino, cinquantasette persone che per 3 giorni hanno bevuto senza sosta, cinquantasette persone che sabato sera hanno messo giù una cena di livello altissimo: carne, vino a nastro (pure sulla mia camicia...ho scoperto che quando qualcuno ti versa il vino in bocca direttamente dalla brocca puoi dire addio ai tuoi vestiti), 4 o 5 giri di chupito, l'acqua che non è stata praticamente aperta, battute licenziose e nuove conoscenze di ottima fattura.
Ma partiamo dall'inizio: venerdì mattina appuntamento a piazza di Spagna e pronti via si parte in direzione di una cantina. Al tavolo io e un altro compare si è bevuto più degli altri ("oh qua le bottiglie sono ancora piene" - "cià, finiamole!"), a tal punto che avevamo difficoltà a distinguere il vino più robusto da quello più delicato. ma va bene, di sicuro avevamo scambiato i bicchieri. Via in pullman verso non so dove, fatto sta che proviamo altri tre vini con annessa spiegazioni di un sommelier un filo strano. Poi la serata del venerdì, solo preludio a quella del giorno dopo.
Sabato mattina sveglia alle 9 ("ahò e svejate che annamo a fa' 'a colazione"), in condizioni pietose ci rechiamo a mescere lattè e caffè. Poi via, di nuovo in direzione di una cantina. A sto giro ultra moderna, tutta meccanizzata; poi degustazione di un rosso e di un bianco, entrambi spettacolari ma il bianco...quel bianco...mado' che roba di livellissimo.
Poi si va ad Aranda del Duero, credo, e si pongono le robe nell'ostello. Giro per la città alla ricerca di un posto aperto per mangiare il quale, una volta incontrato, ha fatto da alcova a disquisizioni internazionali sui nomi dei personaggi dei cartoni e mi ha permesso di giungere alla conclusione che all'estero non sanno dare i nomi ai tre nipoti di Paperino.
Dopo visita noioserrima ad un museo, poi ostello e poi via per la cena. La serata di sabato è stata una delle cose più divertenti che io abbia mai fatto. Posto sperduto in mezzo al nulla cosmico, ci sediamo e scopriamo che quella è anche la quarta ed ultima cantina del viaggio, giacchè il vino che abbiamo davanti al naso è fatto in loco. Bueno, primo giro per il brindisi iniziale (salute, salud, prost, santè...tutto molto bello, però beviamo!) e comincia ad arrivare il cibo: carne di tutti i tipi e a volontà, così come il vino ---> (segue che) ogni venti secondi "Cin Cin!", cosa che ha provocato u iniziale stato di ebbrezza, finita poi verso le4 o le 5 in stato di semi-incoscienza. Ma andiamo con ordine. Mille bicchieri di vino, brocche che dall'alto lasciano cadere il nettare direttamente nelle bocche degli astanti fino a che arrivano sul tavolo tre bottiglie, accompagnate da bicchieri mignon. E alè, tre liquori diversi. Se non ricordo male si son fatt 5 giri, ma su ciò che è accaduto sabato ho poche certezze.
Finita la cena (corredata da bagordi, baccanali e freddure di alta caratura culturale), si riprende il pullman e si va in città per entrare in un disco bar. E vogliamo restare a bocca asciutta? Dai oste, fammi su un cuba!
Serata magnifica a dir poco, ma quello che è successo in quel locale o non lo ricordo (a parte i racconti della domenica mattina) o evito di scriverlo, giacchè certe cose voglio che rimangano tra le quattro mura del locale e nelle menti dei presenti. Però bello, bello e ancora bello. Ballare con persone che praticamente non conosci e che diventano improvvisamente dei fantastici compagni d'avventura, parole dette e non dette, sguardi decisamente complici, il cuba libre che aiuta ma non è abbastanza, le briglie che si allentano e ti permettono di godere appieno di questa esperienza fantastica che è l'Erasmus, brindisi cordiali a manetta, confessioni che venivano dal cuore fatte sull'onda di un cocktail, esplosioni di affettuosità inattesa e piacevole...che dire, una serata stupenda, corredata da tanti tanti particolari non irrilevanti che mi porterò sempre nel cuore.
Domenica mattina tutti nel bar dell'ostello, tutti accompagnati dal caffè e da volti sbattuti e straniti, spersi e assonnati. Poi all'ora di pranzo partenza alla volta di Salamanca, magnifica cittadina, davvero magnifica. E poi ritorno a casa, felice e contento, ancora un filo sbronzo ma contento. Con la sentita speranza che tutto quello che è successo in questo lungo fine settimana non vada disperso, magari continuando sulla falsariga che si è venuta a creare nella zona del Duero, con nuove amicizie, nuove sensazioni, nuove emozioni e nuove conspevolezze. Una su tutte: non voglio tornare a casa, lasciatemi qua.
Cinquantasette (credo) persone in giro per la valle del Duero a bere vino, cinquantasette persone che per 3 giorni hanno bevuto senza sosta, cinquantasette persone che sabato sera hanno messo giù una cena di livello altissimo: carne, vino a nastro (pure sulla mia camicia...ho scoperto che quando qualcuno ti versa il vino in bocca direttamente dalla brocca puoi dire addio ai tuoi vestiti), 4 o 5 giri di chupito, l'acqua che non è stata praticamente aperta, battute licenziose e nuove conoscenze di ottima fattura.
Ma partiamo dall'inizio: venerdì mattina appuntamento a piazza di Spagna e pronti via si parte in direzione di una cantina. Al tavolo io e un altro compare si è bevuto più degli altri ("oh qua le bottiglie sono ancora piene" - "cià, finiamole!"), a tal punto che avevamo difficoltà a distinguere il vino più robusto da quello più delicato. ma va bene, di sicuro avevamo scambiato i bicchieri. Via in pullman verso non so dove, fatto sta che proviamo altri tre vini con annessa spiegazioni di un sommelier un filo strano. Poi la serata del venerdì, solo preludio a quella del giorno dopo.
Sabato mattina sveglia alle 9 ("ahò e svejate che annamo a fa' 'a colazione"), in condizioni pietose ci rechiamo a mescere lattè e caffè. Poi via, di nuovo in direzione di una cantina. A sto giro ultra moderna, tutta meccanizzata; poi degustazione di un rosso e di un bianco, entrambi spettacolari ma il bianco...quel bianco...mado' che roba di livellissimo.
Poi si va ad Aranda del Duero, credo, e si pongono le robe nell'ostello. Giro per la città alla ricerca di un posto aperto per mangiare il quale, una volta incontrato, ha fatto da alcova a disquisizioni internazionali sui nomi dei personaggi dei cartoni e mi ha permesso di giungere alla conclusione che all'estero non sanno dare i nomi ai tre nipoti di Paperino.
Dopo visita noioserrima ad un museo, poi ostello e poi via per la cena. La serata di sabato è stata una delle cose più divertenti che io abbia mai fatto. Posto sperduto in mezzo al nulla cosmico, ci sediamo e scopriamo che quella è anche la quarta ed ultima cantina del viaggio, giacchè il vino che abbiamo davanti al naso è fatto in loco. Bueno, primo giro per il brindisi iniziale (salute, salud, prost, santè...tutto molto bello, però beviamo!) e comincia ad arrivare il cibo: carne di tutti i tipi e a volontà, così come il vino ---> (segue che) ogni venti secondi "Cin Cin!", cosa che ha provocato u iniziale stato di ebbrezza, finita poi verso le4 o le 5 in stato di semi-incoscienza. Ma andiamo con ordine. Mille bicchieri di vino, brocche che dall'alto lasciano cadere il nettare direttamente nelle bocche degli astanti fino a che arrivano sul tavolo tre bottiglie, accompagnate da bicchieri mignon. E alè, tre liquori diversi. Se non ricordo male si son fatt 5 giri, ma su ciò che è accaduto sabato ho poche certezze.
Finita la cena (corredata da bagordi, baccanali e freddure di alta caratura culturale), si riprende il pullman e si va in città per entrare in un disco bar. E vogliamo restare a bocca asciutta? Dai oste, fammi su un cuba!
Serata magnifica a dir poco, ma quello che è successo in quel locale o non lo ricordo (a parte i racconti della domenica mattina) o evito di scriverlo, giacchè certe cose voglio che rimangano tra le quattro mura del locale e nelle menti dei presenti. Però bello, bello e ancora bello. Ballare con persone che praticamente non conosci e che diventano improvvisamente dei fantastici compagni d'avventura, parole dette e non dette, sguardi decisamente complici, il cuba libre che aiuta ma non è abbastanza, le briglie che si allentano e ti permettono di godere appieno di questa esperienza fantastica che è l'Erasmus, brindisi cordiali a manetta, confessioni che venivano dal cuore fatte sull'onda di un cocktail, esplosioni di affettuosità inattesa e piacevole...che dire, una serata stupenda, corredata da tanti tanti particolari non irrilevanti che mi porterò sempre nel cuore.
Domenica mattina tutti nel bar dell'ostello, tutti accompagnati dal caffè e da volti sbattuti e straniti, spersi e assonnati. Poi all'ora di pranzo partenza alla volta di Salamanca, magnifica cittadina, davvero magnifica. E poi ritorno a casa, felice e contento, ancora un filo sbronzo ma contento. Con la sentita speranza che tutto quello che è successo in questo lungo fine settimana non vada disperso, magari continuando sulla falsariga che si è venuta a creare nella zona del Duero, con nuove amicizie, nuove sensazioni, nuove emozioni e nuove conspevolezze. Una su tutte: non voglio tornare a casa, lasciatemi qua.
1 commento:
sei il mio precursore in pratica. stesso volo easyJet da malpensa, addì 4 settembre 2013, e soprattutto... Ruta de Los Vinos! ESN-UCM per quanto mi riguarda.
60 persone? quest'anno almeno 25 hanno vomitato solo sabato sera. venerdì un po' meno, ma è stato più pittoresco perchè eravamo per strada fuori da quella cantina in cui l'ospite speciale è "il pozzo del vino".
miglior viaggio in assoluto.
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