lunedì 23 novembre 2009

"Camerer porta un mezz liter", ovvero la Ruta de los Vinos

Tornato dalla Ruta de los vinos. Che dire? Non so, sono in difficoltà. Sì, perchè riuscire a descrivere questi tre giorni mi risulta assai complesso visto l'esagerato divertimento, l'eccessiva gradazione alcolica e la stanchezza perdurante che non accenna a fare le valigie. Però che figata...
Cinquantasette (credo) persone in giro per la valle del Duero a bere vino, cinquantasette persone che per 3 giorni hanno bevuto senza sosta, cinquantasette persone che sabato sera hanno messo giù una cena di livello altissimo: carne, vino a nastro (pure sulla mia camicia...ho scoperto che quando qualcuno ti versa il vino in bocca direttamente dalla brocca puoi dire addio ai tuoi vestiti), 4 o 5 giri di chupito, l'acqua che non è stata praticamente aperta, battute licenziose e nuove conoscenze di ottima fattura.
Ma partiamo dall'inizio: venerdì mattina appuntamento a piazza di Spagna e pronti via si parte in direzione di una cantina. Al tavolo io e un altro compare si è bevuto più degli altri ("oh qua le bottiglie sono ancora piene" - "cià, finiamole!"), a tal punto che avevamo difficoltà a distinguere il vino più robusto da quello più delicato. ma va bene, di sicuro avevamo scambiato i bicchieri. Via in pullman verso non so dove, fatto sta che proviamo altri tre vini con annessa spiegazioni di un sommelier un filo strano. Poi la serata del venerdì, solo preludio a quella del giorno dopo.
Sabato mattina sveglia alle 9 ("ahò e svejate che annamo a fa' 'a colazione"), in condizioni pietose ci rechiamo a mescere lattè e caffè. Poi via, di nuovo in direzione di una cantina. A sto giro ultra moderna, tutta meccanizzata; poi degustazione di un rosso e di un bianco, entrambi spettacolari ma il bianco...quel bianco...mado' che roba di livellissimo.
Poi si va ad Aranda del Duero, credo, e si pongono le robe nell'ostello. Giro per la città alla ricerca di un posto aperto per mangiare il quale, una volta incontrato, ha fatto da alcova a disquisizioni internazionali sui nomi dei personaggi dei cartoni e mi ha permesso di giungere alla conclusione che all'estero non sanno dare i nomi ai tre nipoti di Paperino.
Dopo visita noioserrima ad un museo, poi ostello e poi via per la cena. La serata di sabato è stata una delle cose più divertenti che io abbia mai fatto. Posto sperduto in mezzo al nulla cosmico, ci sediamo e scopriamo che quella è anche la quarta ed ultima cantina del viaggio, giacchè il vino che abbiamo davanti al naso è fatto in loco. Bueno, primo giro per il brindisi iniziale (salute, salud, prost, santè...tutto molto bello, però beviamo!) e comincia ad arrivare il cibo: carne di tutti i tipi e a volontà, così come il vino ---> (segue che) ogni venti secondi "Cin Cin!", cosa che ha provocato u iniziale stato di ebbrezza, finita poi verso le4 o le 5 in stato di semi-incoscienza. Ma andiamo con ordine. Mille bicchieri di vino, brocche che dall'alto lasciano cadere il nettare direttamente nelle bocche degli astanti fino a che arrivano sul tavolo tre bottiglie, accompagnate da bicchieri mignon. E alè, tre liquori diversi. Se non ricordo male si son fatt 5 giri, ma su ciò che è accaduto sabato ho poche certezze.
Finita la cena (corredata da bagordi, baccanali e freddure di alta caratura culturale), si riprende il pullman e si va in città per entrare in un disco bar. E vogliamo restare a bocca asciutta? Dai oste, fammi su un cuba!
Serata magnifica a dir poco, ma quello che è successo in quel locale o non lo ricordo (a parte i racconti della domenica mattina) o evito di scriverlo, giacchè certe cose voglio che rimangano tra le quattro mura del locale e nelle menti dei presenti. Però bello, bello e ancora bello. Ballare con persone che praticamente non conosci e che diventano improvvisamente dei fantastici compagni d'avventura, parole dette e non dette, sguardi decisamente complici, il cuba libre che aiuta ma non è abbastanza, le briglie che si allentano e ti permettono di godere appieno di questa esperienza fantastica che è l'Erasmus, brindisi cordiali a manetta, confessioni che venivano dal cuore fatte sull'onda di un cocktail, esplosioni di affettuosità inattesa e piacevole...che dire, una serata stupenda, corredata da tanti tanti particolari non irrilevanti che mi porterò sempre nel cuore.
Domenica mattina tutti nel bar dell'ostello, tutti accompagnati dal caffè e da volti sbattuti e straniti, spersi e assonnati. Poi all'ora di pranzo partenza alla volta di Salamanca, magnifica cittadina, davvero magnifica. E poi ritorno a casa, felice e contento, ancora un filo sbronzo ma contento. Con la sentita speranza che tutto quello che è successo in questo lungo fine settimana non vada disperso, magari continuando sulla falsariga che si è venuta a creare nella zona del Duero, con nuove amicizie, nuove sensazioni, nuove emozioni e nuove conspevolezze. Una su tutte: non voglio tornare a casa, lasciatemi qua.

1 commento:

Unknown ha detto...

sei il mio precursore in pratica. stesso volo easyJet da malpensa, addì 4 settembre 2013, e soprattutto... Ruta de Los Vinos! ESN-UCM per quanto mi riguarda.
60 persone? quest'anno almeno 25 hanno vomitato solo sabato sera. venerdì un po' meno, ma è stato più pittoresco perchè eravamo per strada fuori da quella cantina in cui l'ospite speciale è "il pozzo del vino".
miglior viaggio in assoluto.